lunedì 3 agosto 2009

Passione per la fotografia o per le macchine fotografiche?

Non c'è dubbio che molti fotoamatori, in particolare se alle prime armi (ma non solo vi assicuro...), siano più attratti dalle specifiche tecniche della loro macchina fotografica che da un bello scatto pieno di contenuti ed in grado di suscitare delle emozioni.
Specie con l'avvento del digitale infatti, i produttori sfornano con frequenza crescente macchine la cui lista di caratteristiche si infarcisce sempre di più di nuove funzioni, a volte di dubbia utilità, e questo fenomeno alimenta la spasmodica ricerca della macchina più completa del mercato.
Non voglio assolutamente sembrare uno dei quegli insopportabili personaggi che affermano che il bravo fotografo scatta i suoi capolavori anche con una usa e getta (Cartier-Bresson andava in giro con una Leica, mica pizza e fichi...) personaggi che definirei assimilabili a quanti, ai tempi della mia passione per il ciclismo (ebbene sì, ho avuto una grande passione per la MTB, troveremo il tempo di parlarne!), affermavano che il ciclista fuoriclasse potesse vincere il Giro d'Italia anche con la Graziella...
La riflessione però riguarda quelle schiere di fotografi che ti giudicano dalla macchina che porti appesa al collo, o che si accapigliano sui forum in interminabili discussioni tipo "...meglio Canon o Nikon?".
Questo fenomeno ha interessato anche me (non in maniera maniacale per fortuna!) e credo che si dovrebbe cercare di non esagerare se non si vuole perdere di vista il fine ultimo di ogni fotoamatore che aspiri a diventare un buon fotografo: imparare a realizzare belle fotografie.
Lo sviluppo di un fotografo a mio giudizio passa inevitabilmente per una fase di tecnicismo più o meno esasperato, specie nei fotoamatori di sesso maschile (sarà l'ancestrale gara a chi ce l'ha più grosso???), ma credo che a questa fase, indispensabile per acquisire confidenza con il mezzo e conoscenza della tecnica fotografica di base, debba seguire la ricerca di un proprio stile e di un proprio gusto attraverso la frequentazione di mostre, esposizioni e la lettura di libri sull'argomento, oltre ovviamente al continuo esercizio dello scatto, fondamentale su tutto.
Ci sono però macchine particolari, in grado di toccare le corde giuste anche nel cuore dei fotografi meno inclini al tecnicismo, macchine che vanno oltre la semplice scheda tecnica e che tracciano nuove strade, danno avvio a nuove mode, macchine dotate del fascino giusto per far breccia nei fotografi, diciamo così, più poetici...
Una di queste è senz'altro l'ulitma creatura di Olympus, la E-P1, meglio conosciuta forse come PEN (o Digital PEN vista la sua natura digitale).
Nel 1959 la OLYMPUS inventò una macchina, disegnata dal guru del design Yoshihisa Maitani, destinata ad avere un enorme successo, la PEN appunto.
L'idea fu quella di creare una macchina che, grazie anche all'utilizzo del cosidetto "mezzo formato" (18x24 mm contro il classico formato Leica 24x36, detto anche a risparmio di pellicola dato che permetteva di ottenere il doppio degli scatti con un classico rullino) offrisse la qualità e la versatilità di un sistema ad ottiche intercambiabili, con la praticità di una compatta.
Oggi la E-P1, grazie all'utilizzo del sistema micro-quattroterzi ideato da Olympus, consentirà di portare con sè una compatta con il cuore di una reflex, il tutto condito con un elegante stile retrò e finiture di lusso (guardate che spettacolo la nuova nata con l'obiettivo 17mm "Pancake"...).
Il sogno degli appassionati di street si fa realtà, anche se non sarà esattamente a buon mercato, circa 1000 euro a seconda dell'obbiettivo scelto....
Vi rimando ai numerosi link presenti in rete per un'occhiata alle caratteristiche di questa interessante novità che forse, un giorno, arricchirà il mio corredo...!
Ciao,
Andrea

2 commenti:

  1. although i cant understand anything you wrote i love the top header!

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  2. Sorry my friend, I've decided to use Italian for this blog, you may try Google translate if you are curious about what I wrote...
    About the top header, thank you, I simply love that image from Ruth Orkin, it was taken in Florence in 1951.
    You can find links to her website on the first post of this blog.
    Bye

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